(detto
il). Pittore
italiano. Non si hanno notizie certe sulla sua formazione, avvenuta, secondo la
tradizione, presso la bottega di Tiziano; si tratta di un'ipotesi smentita dagli
studiosi moderni, che tuttavia non sono concordi nell'individuare il maestro del
T. (secondo alcuni Bonifacio de' Pitati, secondo altri Paris Bordone,
secondo altri ancora Andrea Schiavone). Le prime opere che rivelano il
linguaggio particolare e inedito del
T. risalgono agli anni 1547-48: la
Lavanda dei piedi (Madrid, Prado) e il
Miracolo dello schiavo
(Venezia, gallerie dell'Accademia), nel quale la raffigurazione raggiunge esiti
di grande enfasi grazie alla plasticità delle forme, quasi
michelangiolesca, e al complesso concatenarsi delle figure tra loro. Negli anni
immediatamente seguenti il
T. approfondì lo studio sugli effetti
luministici, dipingendo tele e quadri nei quali alla luce viene attribuita una
funzione tonale e allo stesso tempo drammatica: la
Presentazione di Maria al
tempio (1552, Venezia, Santa Maria dell'Orto); le tre storie per la Scuola
di San Marco (
Rinvenimento del corpo di san Marco, 1562, Milano,
pinacoteca di Brera;
Trafugamento del corpo di san Marco e
Miracolo
del naufrago, 1567-68, Venezia, gallerie dell'Accademia), nelle quali la
luce investe violentemente le forme, spegne i colori e segna le linee
prospettiche addensandosi in improvvisi fasci. Il capolavoro del
T.
è considerato il complesso delle tele, circa una cinquantina, realizzate
per la Scuola di San Rocco in tre fasi successive: agli anni 1564-66 risalgono
quelle dell'
Albergo; al 1576-81 quelle del salone superiore, con storie
del
Vecchio e del
Nuovo Testamento sul soffitto e
Storie di
Cristo sulle pareti; al 1583-87 quelle della sala al piano terreno, con
Storie della Vergine. In particolare, le tele del secondo e del terzo
gruppo rappresentano le tappe più significative dell'opera del
T.
e meglio di altre esemplificano il valore e la funzione della luce: nel
Presepio della sala superiore, ad esempio, le due scene sovrapposte sono
disposte secondo una doppia prospettiva, realizzata ed esaltata mediante la
luce; i paesaggi della sala terrena (
Fuga in Egitto,
Santa Maria
Egiziaca, ecc.) sono qua e là illuminati da improvvise luci
fosforescenti che annullano i colori conferendo loro una tonalità dorata.
Nonostante la complessità del progetto e il protrarsi del lavoro lungo
l'arco di un ventennio, il
T. realizzò negli stessi anni numerose
altre opere di soggetto e carattere anche assai diversi (quadri profani e
religiosi, ritratti, tele decorative, ecc.), che si aggiungono a quelle degli
anni immediatamente precedenti e che testimoniano, oltre alla versatilità
dell'artista, una facilità e rapidità di esecuzione non comuni,
già ricordate nelle fonti più antiche. Di questa vasta produzione,
che raggiunge in ogni caso esiti importanti, ricordiamo: il ritratto di
Iacopo Soranzo (1550 circa, Milano, museo del Castello Sforzesco),
Venere,
Vulcano e amore (1551 circa, Firenze, galleria Palatina),
l'
Adorazione del vitello d'oro e il
Giudizio finale (1560,
Venezia, chiesa della Madonna dell'Orto),
Susanna e i vecchioni (1560
circa, Vienna, Kunsthistorisches Museum),
Le tentazioni di sant'Antonio
(1577, Venezia, San Trovaso), l'
Orazione nell'Orto (1580 circa, Venezia,
Santo Stefano),
Danae (1580 circa, museo di Lione). Negli ultimi anni il
T. si dedicò ancora a opere di grande impegno, fra le quali
spiccano il
Paradiso dipinto nella sala del Maggior Consiglio nel Palazzo
Ducale (1588) e le tele con
La caduta della manna e
L'ultima cena
(1594, Venezia, San Giorgio Maggiore). Nella sua ricchezza e complessità
l'opera del
T. costituisce un momento importante della storia dell'arte
italiana e di Venezia in particolare, città dalla quale, a parte un breve
soggiorno a Mantova nel 1580, non si allontanò mai. La struttura
decentrata della composizione, gli scorci arditi, l'acceso luminismo, l'eleganza
raffinata dei particolari conferiscono all'opera del
T. una intensa
carica emozionale e una grande enfasi narrativa e la collocano a pieno titolo
nel contraddittorio quadro della seconda metà del Cinquecento, nel pieno
della profonda crisi culturale che in quegli anni travagliava l'Europa e
l'Italia in particolare (Venezia 1518-1594).
Tintoretto: “Nascita di San Giovanni Battista” (Ermitage, Leningrado)